Pio Albergo Trivulzio – una Fortezza Blindata

Evidentemente per scoraggiare i dipendenti che volessero seguire l’esempio coraggioso di chi non intende tacere di fronte a quanto di scorretto e inadeguato possa  verificarsi all’interno della struttura, la direzione del Pat propone ora a tutto il personale (medici, infermieri, oss, tecnici, impiegati – che grazie al luogo stesso in cui lavorano e al servizio che esercitano devono essere responsabili verso gli utenti prima ancora che  fedeli ai superiori) di firmare un codice etico che proibisce a chiunque di raccontare all’esterno ciò che avviene dentro le mura. 

In particolare questa iniziativa pare rivolta a silenziare le fonti dirette di informazione, togliendo alla stampa  la possibilità di condurre inchieste su quella che dovrebbe essere un’amministrazione massimamente trasparente in quanto deputata a proteggere persone fragili.

Ignorando il fatto di essere un’istituzione controllata da enti pubblici (Regione e Comune) il Pat chiede inoltre al fantomatico Comitato Parenti – l’unico organismo di rappresentanza, unilateralmente riconosciuto dalla Direzione e dal quale noi, come altre associazioni, siamo sempre stati esclusi – di firmare un documento che vincola alla riservatezza.

Nessun margine ai casi di coscienza, dunque, né per il personale né per i familiari degli anziani.

La lezione imparata dal Covid non è quindi quella di una maggior apertura e collaborazione tra i soggetti coinvolti nella delicata e complessa gestione di vite umane nelle RSA ma la chiusura totale della fortezza.

Comune di Milano e Regione Lombardia non hanno nulla da dire?

Il Giorno – Milano 3.12.22:

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/trivulzio-un-bavaglio-ai-dipendenti-1.8346841

Il Fatto Quotodiano – 3.12.22

5.12.22 – Byoblu

Un servizio approfondito che evidenzia le politiche di controllo dei vertici del Pat su dipendenti e parenti. Nel servizio si chiama in causa anche Regione e Comune di Milano, che quei vertici hanno nominato e ai quali i vertici devono rispondere.

5.12.22Radio Popolare – Intervista a Pietro La Grassa – dipendente Pat.

Premio Vergani Trasparenza 2022

Le congratulazioni più sentite dalla nostra associazione – e da quanti hanno a cuore la memoria degli anziani morti nelle RSA – al coraggioso sindacalista Pietro La Grassa, operatore sanitario del Pio Albergo Trivulzio, che ha ricevuto lo speciale Premio Vergani Trasparenza 2022 per l’integrità morale dimostrata nel denunciare i fatti occorsi durante la pandemia, pagando con un alto prezzo il suo senso del dovere verso la verità e la giustizia.

Il premio va idealmente riconosciuto anche a tutti gli ignoti medici e infermieri che hanno rischiato il posto di lavoro, e talvolta la vita, per difendere i “loro” anziani.

Intervista al Presidente Felicita – Radio Marconi

CONTINUARE A CHIUDERE AI PARENTI LE RSA NON SERVE A ISOLARE IL COVID MA A ESCLUDERE LA VITA

L’ Associazione Felicita continua a raccogliere testimonianze di anziani dimenticati e abbandonati nelle RSA nonostante la fine dell’emergenza dal 1 aprile. Il personale è scarso e sottopagato, ragione in più per passare alle strutture ospedaliere che hanno migliori condizioni lavorative.

Molte RSA non hanno mai veramente riaperto ai parenti.  La minoranza di quelle aperte, è la prova che stare vicino ai propri cari è terapeutico e nei fatti crea un benessere psicofisico per l’anziano, perché la salute mentale è importante tanto quanto, se non di più, della salute fisica.

La responsabilità dell’accesso alle strutture affidata ai Direttori Sanitari da parte del Governo, li porta a tenere lontano i parenti per rischio di contagi, ma ciò non ha impedito al Covid-19 di entrare nelle strutture tramite gli operatori sanitari.

Grazie ai  vaccini si è ridotto di fatto il rischio di morte e di malattia grave. E’ quasi impossibile una strategia di Covid zero e nei prossimi anni si dovrà convivere con la pandemia.

“Non possiamo continuare ad isolare gli anziani nelle RSA condannandoli di fatto ad un altro tipo di morte per solitudine e abbandono” – ha dichiarato in conclusione il Presidente Alessandro Azzoni.

Comunicato Stampa – Udienza Opposizione

PIO ALBERGO TRIVULZIO-AZZONI/FELICITA: “CON FIDUCIA CI RIMETTIAMO AL GIUDIZIO DELLA CORTE. CHIEDIAMO CHE VI SIA UN PROCESSO GIUSTO ED EQUO”

Milano, 8 aprile – “E’ un’ importante coincidenza che lunedi prossimo 11 aprile  – in occasione dell’udienza di opposizione presso il Tribunale di Milano riguardo la chiusura delle indagini relative alle morti avvenute all’interno del Pio Albergo Trivulzio – si riunisca a Strasburgo il CPT,  “Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti”, struttura afferente al Consiglio d’Europa proprio per trattare la questione delle condizioni di vita degli anziani ospiti delle RSA lombarde”.

Tra i compiti del CPT vi è quello di controllare tutte quelle situazioni che potrebbero equivalere a “pene o trattamenti inumani o degradanti”.

Felicita ritiene che quanto avvenuto all’interno del Pio Albergo Trivulzio con lo scoppio della pandemia richieda un processo giusto ed equo. Lo si deve ai tanti morti e ai loro familiari

Con fiducia ci rimettiamo al giudizio della Corte”, dichiara il Presidente dell’Associazione Felicita Alessandro Azzoni

Un anziano senza relazioni muore – FANPAGE.IT

UN ANZIANO SENZA RELAZIONI MUORE – E’ NECESSARIO RIAPRIRE LE RSA

“I direttori sanitari delle RSA decidono di chiudere alle visite più per propria tutela che per protezione degli ospiti e della loro salute” Ha dichiarato il Presidente di Felicita – Associazione per i diritti degli anziani nelle RSA, Alessando Azzoni.

E’ inaccettabile che dopo 2 anni, ignorando le direttive del Ministero della Salute che ribadisce assolutamente necessaria la presenza del parente tanto quanto le cure sanitarie, le strutture chiudano all’aumentare dei contagi quando esistono validi protocolli di sicurezza.

La chiusura non riguarda solo i parenti, ma anche la possibilità di poter parlare liberamente con medici e infermieri ed avere informazioni esaustive sullo stato di salute dei propri cari.

foto: fanpage.it

Fanpage.it – 20.1.2022 – A cura di Filippo M. Capra

Milano, Rsa chiuse alle visite dei parenti: “Gli anziani sono depressi, senza relazioni si muore”
Come stanno gli anziani e i parenti degli stessi dopo l’ennesima chiusura delle Rsa scelta individualmente dalle strutture milanesi e lombarde? Fanpage.it lo ha chiesto direttamente a loro.

Due realtà uguali che hanno preso scelte diverse. Le Rsa in Lombardia si dividono tra chi ha deciso di chiudere per contenere la diffusione del contagio e proibire quindi l’accesso ai parenti degli ospiti anziani, e chi invece ha deciso di rischiare e concedere le visite ai famigliari nonostante la nuova ondata dettata dalla variante Omicron. Due scelte diverse che hanno portato a conseguenze opposte: sia per chi è fuori che per chi è dentro.

La figlia di un’anziana ricoverata al Pat: Mia madre è depressa
Tra le strutture che hanno deciso di chiudere in via precauzionale, c’è il Pio Albergo Trivulzio di Milano, già travolto dalla prima ondata del Covid che provocò circa trecento decessi tra gli anziani ospitati. Giulia ha la mamma ricoverata al Pat ma, come spiega lei a Fanpage.it, per il secondo Natale di fila non ha potuto farle gli auguri di persona. La situazione con il Covid è inevitabilmente cambiata: “Prima la vedevo tutti i giorni, ora devo aspettare quasi due mesi per poterla rivedere. E lei ogni giorno che la sento, la prima cosa che mi chiede è: “Quando vieni a trovarmi?””. Le visite al Pat sono bloccate da metà dicembre del 2021. La chiusura comporta problemi non solo a Giulia, che non può vedere l’anziana madre, ma alla ospite della Rsa stessa in quanto “è depressa nel ritrovarsi ancora isolata. Lei come si sentirebbe a 90 anni chiuso in una struttura senza sapere quando potrà rivedere la figlia o il figlio o i parenti? Gli anziani sono reclusi mentre noi siamo tornati alla normalità”. La visita del parente, continua Giulia, “è una necessità concreta”. A fare eco alle parole di Giulia è Alessandro Azzoni dell’associazione Felicita per i diritti nelle Rsa che spiega come “durante l’isolamento l’anziano va in depressione e il Ministero della Sanità l’ha capito da tempo, tanto di chiedere alle Rsa di aprire”.

Le Rsa aperte: Abbiamo deciso di correre ancora il rischio
Un’altra Rsa a Paderno Dugnano, nel Milanese, ha deciso di restare aperta, consentendo ai famigliari di fare visita ai parenti ricoverati. “Per noi la Rsa è la nuova casa dove la persona viene a vivere”, spiega a Fanpage.it Paola Cattin, direttrice generale della fondazione Uboldi, che continua: “Pur aumentando le regole per proteggere gli ospiti, che sono persone fragili, riteniamo sia necessario aprire perché una persona senza relazioni muore. La dg della Rsa di Paderno ha spiegato che nella sua struttura si è deciso “di correre ancora il rischio, di scommettere e di riaprire”.

I pazienti Covid tornano nelle RSA – Rai 3 – AGORA’

I PAZIENTI COVID TORNANO NELLE RSA – NULLA E’ CAMBIATO

I figli e nipoti non hanno più accesso alle RSA da ormai 2 anni, mentre i malati di covid vengono nuovamente accettati nelle strutture per anziani (a fronte di un compenso giornaliero di €190) ripresentandosi così lo stesso incubo della prima ondata in cui migliaia di ospiti fragili sono stati contagiati e altrettanti deceduti.

Il forte dubbio che i positivi rimangano separati all’interno delle RSA rimane, se si considera che tutte le residenze per anziani hanno una grave mancanza di personale, come affermato anche da Luca Degani, Presidente di Uneba Lombardia, organizzazione di categoria nel settore sociosanitario.

Qual è la garanzia che gli operatori sanitari che tratteranno i pazienti covid non siano gli stessi che assisteranno gli anziani fragili?

Il rischio è di vedere un brutto film già visto. Perché portare nuovamente i contagiati nelle RSA, quando si possono utilizzare altre strutture?

Invece di essere tutelati, gli anziani sono stati abbandonati.

Felicita, Associazione per i diritti degli anziani nelle RSA, continuerà a battersi e a dar voce a migliaia di parenti disperati che chiedono di proteggere i loro cari.

Porte chiuse ai parenti nelle RSA, ma di nuovo aperte al covid – RADIO POPOLARE

PORTE CHIUSE NELLE RSA AI PARENTI E ALLA VERITA’ GIUDIZIARIA, MA DI NUOVO APERTE AL COVID.

Stiamo rivedendo un brutto film già visto. Secondo una recente delibera della Regione Lombardia i pazienti covid possono essere trasferiti nelle rsa a fronte di una diaria di €190 al giorno.

Si spalancano dunque di nuovo le porte a tutto ciò che porta profitto, ma restano chiuse le porte ai parenti, ignorando totalmente il loro ruolo di sostegno fondamentale per la vita degli ospiti. Questo, nonostante Il Ministero della Salute abbia stabilito che i familiari in possesso di Super green pass debbano poter entrare nelle RSA per almeno 45 minuti tutti i giorni, e nonostante da ormai due anni le associazioni chiedano a gran voce che sia consentito di stare vicino ai propri cari. I decreti emanati per le visite sono chiari ma le Regioni non obbligano le Ats a controllarne l’applicazione.

Mentre in nome della prudenza e della necessità di proteggerli, gli anziani fragili sono ancora isolati, la loro salute è ancora dimenticata. Durante le feste natalizie i Nas hanno riscontrato il 20 per cento di irregolarità nelle oltre 600 Rsa controllate, e al Pio Albergo Trivulzio ci sono due centri vaccinali i cui utenti utilizzano lo stesso ascensore degli anziani residenti, senza quindi precauzioni anti contagio.

Questo è gravissimo è inaccettabile.

Intanto molte inchieste sulle gravi negligenze nelle RSA, anche della seconda ondata, si stanno avviando verso l’archiviazione anche grazie allo scudo penale varato a luglio del 2021 dal governo Draghi nelle pieghe del Decreto Covid.

Intanto, ad oggi siamo ancora in attesa della nomina del Giudice che dovrà fissare l’udienza per discutere l’opposizione all’ archiviazione delle indagini per i fatti occorsi nel 2020 al Pio Albergo Trivulzio.

Siamo ancora in una situazione simile a quella della prima ondata. Cos’altro deve ancora succedere perchè le istituzioni pubbliche invece di tutelare gli interessi dei più forti si prendano carico della sofferenza degli anziani e delle loro famiglie, decidendo un cambio di passo nelle politiche sanitarie e assistenziali?

Il dolore dei parenti e dei loro cari – LA 7/ Fanpage.it

IL DOLORE DEI PARENTI E DEI LORO CARI RECLUSI NELLE RSA

Non c’è gioia, ma solo disperazione e dolore per il secondo Natale consecutivo. E’ inaccettabile che l’ordinanza del Ministero della Salute sia disattesa dalla maggior parte delle RSA che preferiscono chiudere le visite ai parenti che far fronte alla mancanza di personale. Il persistente isolamento da ormai due anni degli anziani, compromette il loro stato psicologico e fisico.

Intervista al Presidente di Felicita Alessandro Azzoni

FANPAGE.IT: 22 DICEMBRE 2021

Visite sospese al Trivulzio, i parenti degli anziani ospiti: “Isolamento non è strada percorribile”

L’Associazione Felicita, che rappresenta i famigliari delle vittime del Covid del Pio Albergo Trivulzio, critica la scelta di aver sospeso le visite ai parenti anziani: “L’isolamento non è una strada percorribile”.

A cura di Ilaria Quattrone

Il Pio Albergo Trivulzio, la Residenza sanitaria assistenziale di Milano, ha deciso di sospendere le visite ai parenti degli anziani ricoverati. Fin da principio dalla struttura hanno fatto sapere che la scelta è arrivata a seguito del peggioramento del quadro epidemiologico della Regione: ieri, in una dichiarazione, il virologo e consulente tecnico scientifico del Pat Fabrizio Pregliasco ha spiegato come non ci sia all’interno della Rsa una situazione particolare, se non in conformità a quello dell’intera comunità. Parole che però non sono bastate al comitato dei parenti delle vittime del Covid del Pat che, in una nota stampa, hanno scritto: “Bisogna trovare altre soluzioni! La presenza e il sostegno dei parenti è un fattore essenziale e non eludibile per tutelare la salute degli anziani”.

Associazione Felicita: Isolamento anziani non è strada percorribile

Il presidente dell’Associazione Felicita, Alessandro Azzoni, ha infatti precisato che la chiusura delle visite comporta che gli ospiti vivano, per il secondo anno consecutivo, il Natale da soli. Questo – secondo Azzoni – potrebbe compromettere il loro stato di salute: “L’isolamento degli anziani non può essere una strada percorribile: è una scelta di tutela delle dirigenze delle strutture che, non riuscendo a far fronte alla mancanza di personale, scelgono l’opzione per loro più semplice”. Pregliasco, come il giorno precedente ha fatto la stessa struttura, ha precisato che saranno incentivate le videochiamate tra i parenti e gli anziani. Nonostante questo però, l’Associazione sottolinea come si sia passati da un “eccesso di imprudenza e sottovalutazione dei primi mesi del 2020, che ha provocato la strage degli anziani, all’attuale eccesso di precauzioni, che impedisce contatti e affetti”.

La sospensione delle visite
La struttura ha infatti spiegato che la decisione è stata presa semplicemente per tutelare gli ospiti. Con l’aumento dei contagi, la dirigenza sostiene che il solo green pass non sia sufficiente per tutelare gli ospiti. Al momento nessun anziano è risultato positivo. Solo alcuni pazienti arrivati dall’esterno per le cure intermedie hanno contratto il virus, ma in questi casi si è provveduto a trasferirli in altri ambienti.

L’isolamento degli anziani non può essere una strada percorribile – COMUNICATO STAMPA

L’ISOLAMENTO DEGLI ANZIANI NON PUÒ ESSERE UNA STRADA PERCORRIBILE. È UNA SCELTA DI TUTELA DELLE DIRIGENZE

COMUNICATO STAMPA

Milano, 22 dicembre 2021 – “Al Pio Albergo Trivulzio si è deciso, per precauzione si dice, di richiudere le visite dei parenti agli anziani, visto l’inasprimento della pandemia. La chiusura delle visite comporta per gli anziani che vivono nella struttura il passare ancora una volta il Natale soli, per il secondo anno consecutivo: così si compromette il loro stato psicologico e fisico, già precario e indebolito dalle vicende di questi anni.

L’isolamento degli anziani non può essere una strada percorribile: è una scelta di tutela delle dirigenze delle strutture che, non riuscendo a far fronte alla mancanza di personale, scelgono l’opzione per loro più semplice, ma che separa gli anziani dai loro affetti. Bisogna trovare altre soluzioni!

La presenza e il sostegno dei parenti è un fattore essenziale e non eludibile per tutelare la salute degli anziani” ha dichiarato Alessandro Azzoni, Presidente di Associazione Felicita in risposta alla dichiarazione del virologo Fabrizio Pregliasco che, nella giornata di ieri ha dichiarato che nonostante non ci siano allarmi al Trivulzio, le visite agli anziani sono sospese per precauzione.

“Nelle RSA siamo passati dall’eccesso di imprudenza e sottovalutazione dei primi mesi del 2020, che ha provocato la strage degli anziani, all’attuale eccesso di precauzioni, che impedisce contatti e affetti. Ancora una volta per tutelare le dirigenze prima degli anziani, ancora una volta vittime innocenti” ha aggiunto Azzoni.

Anziani nelle RSA sempre più soli – LA REPUBBLICA

“L’80% delle RSA in Italia non rispetta l’ordinanza del Ministero delle Salute sulle visite dei parenti. Sceglie l’isolamento senza considerare il sostegno dei parenti come parte fondamentale della terapia” ha dichiarato il Presidente di Felicita Alessandro Azzoni. Ogni Rsa affronta le visite in base a esigenze organizzative e gestionali lamentando una generale mancanza del personale, ma ancora una volta vengono sacrificati i bisogni e i diritti degli anziani che rimangono sempre più soli.

La Repubblica – Firenze 18.12.21