12.05.21
Le Regioni devono intervenire al più presto per garantire i tamponi e i vaccini ai familiari degli ospiti delle RSA e rendere così effettiva la possibilità delle visite, istituita dalla recente ordinanza del Ministero.“Ancora una volta dobbiamo affrontare un percorso ad ostacoli per vedere i nostri cari” ha dichiarato Alessandro Azzoni, Presidente di Felicita-Associazione per i diritti nelle RSA. Un percorso reso ancora più drammatico dall’obbligo per i familiari di firmare il “Patto di condivisione del rischio”, espresso nel protocollo allegato all’ordinanza ministeriale. Una sorta di liberatoria dalle responsabilità delle strutture per i rischi infettivi derivanti dalle visite, il cui testo è lasciato all’arbitrio di ciascuna direzione, aprendo la strada a ulteriori asimmetrie nel patto contrattuale tra utenti e direzioni delle RSA.
Riapertura Rsa, Regione Lombardia sollecita le case di riposo: “Riaprire alle visite dei parenti”
di Zita Dazzi
Il dg Welfare Pavesi: “Stiamo lavorando per fare tamponi ai parenti degli anziani ospiti a carico del servizio sanitario”. Ma ancora tante Rsa non hanno ancora dato indicazioni
Anche se a singhiozzo le case di riposo per anziani della Lombardia stanno riaprendo le visite ai parenti. Per poter entrare nella struttura, però, se non si è stati vaccinati, bisogna aver effettuato un tampone: la Regione sta pensando di fare in modo che il costo del test sia a carico del servizio sanitario e non del cittadino. La riapertura alle visite dei parenti nelle case di riposo è sollecitata anche dal direttore generale del Welfare di Regione Lombardia, Giovanni Pavesi, che ha mandato a tutti i direttori delle Ats lombarde una circolare, da inoltrare alle Rsa, con le prescrizioni arrivate dal ministero per consentire ai familiari di riabbracciare i loro cari. Le associazioni dei familiari però sono preoccupate perché i tempi di attesa continuano ad essere lunghi e la discrezionalità lasciata alle singole Rsa è troppa.
Nella circolare ci sono l’ordinanza del ministro che consente “senza altre autorizzazioni” la ripresa delle visite agli anziani ospiti delle Rsa. “Si richiama in particolare l’attenzione sulla necessità che i soggetti gestori delle unità d’offerta sociosanitarie aggiornino, laddove necessario, il Piano Organizzativo Gestionale – si legge nell’invito ai direttori delle strutture – Le ATS che riceveranno le procedure aggiornate verificheranno la coerenza delle modalità organizzative adottate, in particolare con l’ordinanza ministeriale in oggetto”. Ogni Rsa “potrà autonomamente predisporre la necessaria modulistica da sottoscrivere con l’utenza, in conformità alle proprie organizzazioni, tipologie di ospiti/pazienti e relativi profili di rischio”.
In pratica la Regione cerca di accelerare le procedure che porteranno gli anziani dopo oltre un anno di attesa e solitudine a rivedere i propri cari in sicurezza. Quindi entrerà nelle case di riposo chi abbia il gree pass, vale a dire la vaccinazione completa. o un tampone recentisssimo. “Questi tamponi potrebbero rientrare nella dotazione di screening periodici (quindi nei test che le Ats forniscono alle Rsa per il contact tracing, ndr)”, ipotizza durante la commissione Sanità al Pirellone il dg Pavesi, rispondendo a una sollecitazione del consigliere dem, Carlo Borghetti. Secondo il dg “non è giusto”, infatti, che il costo del test sia a carico del visitatore: “Molte Rsa sono organizzate per fare i tamponi e non vedo perché non possano farle anche ai parenti degli ospiti. Questa potrebbe essere un’indicazione da dare alle Ats e alle strutture”, aggiunge Pavesi che promette ai consiglieri di ragionare sul tema e di proporre questa soluzione.
Intanto le associazioni dei parenti non sono soddisfatte di come stanno prolungandosi le procedure. “Esprimiamo il timore che ancora una volta si tratti di una riapertura annunciata più che reale – dichiara Alessandro Azzoni, Presidente di Felicita-Associazione per i diritti nelle Rsa – vista la prevista richiesta del green pass ai familiari, che rischia di portare con sé la permanenza di un criterio di eccezionalità e di essere di nuovo una scappatoia per gli incontri contingentati. Tra protocolli assenti o restrittivi, e obbligo di tamponi molecolari a carico dei parenti ancora una volta dobbiamo affrontare un percorso ad ostacoli per vedere i nostri cari. Un percorso al quale questa ordinanza aggiunge l’obbligo per i familiari di firmare il “Patto di condivisione del rischio”, una sorta di liberatoria il cui testo è lasciato alla discrezione delle Rsa”.