UDIENZA MAXIPERIZIA PAT: CONFERMATE GRAVI CRITICITA’ ORGANIZZATIVE E GESTIONALI

Ancora un passo importante verso la verità sui 485 morti durante il covid nel 2020 al Pio Albergo Trivulzio. 

Il ritardo nella messa in atto di tutte quelle azioni preventive e di buon senso che avrebbero oggettivamente potuto contenere la diffusione del virus e il numero dei morti è stato confermato ieri dai periti, nominati dalla giudice Pollicino, che hanno discusso la maxiperizia, presso l’aula Bunker 1 del tribunale di Milano. Oltre ad evidenziare un picco di mortalità avvenuto soprattutto nell’aprile e ottobre 2020, dalla relazione sono emerse le gravi criticità di carattere organizzativo e gestionale, quali la mancanza di personale, la sua formazione, il divieto dell’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, il distanziamento, l’assenza di separazione del percorso ‘pulito/sporco’ e l’isolamento dei degenti a rischio.

Nella prossima udienza del 31 marzo 2025 saranno ascoltate le contro deduzioni delle parti. In questa occasione esporremo le nostre considerazioni, formulate dal team di periti che assistono l’associazione e dai suoi legali.

Siamo fiduciosi nell’esito del procedimento e rinnoviamo il nostro augurio per giungere finalmente a un giusto processo per avere giustizia e verità.

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/12/18/il-caso-trivulzio-ancora-in-aula-a-quasi-5-anni-dal-covid_8ede84fa-d48a-4ff6-bb9e-c9a1f1b62ba5.html

Il caso Trivulzio ancora in aula a quasi 5 anni dal Covid

Udienza gip Milano su maxi perizia su morti nelle nuove indagini

MILANO, 18 dicembre 2024, 11:27

Redazione ANSA

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A distanza di quasi 5 anni dallo scoppio della pandemia Covid è ancora aperto a Milano il fascicolo sul caso degli anziani morti al Pio Albergo Trivulzio.

Tanto che oggi, nell’aula bunker davanti al carcere di San Vittore, è in corso la discussione sulla maxi perizia, depositata a settembre, nelle nuove indagini disposte nel giugno 2022 dalla gip Alessandra Cecchelli, che aveva respinto la richiesta di archiviazione formulata dai pm del pool guidato dall’aggiunta Tiziana Siciliano.
Nell’inchiesta sono ancora indagati l’allora dg della storica “Baggina” milanese, Giuseppe Calicchio, assistito dall’avvocato Vinicio Nardo e accusato di omicidio e epidemia colposi e violazione delle regole sulla sicurezza, e la stessa struttura.
Nella perizia, che fu ordinata dalla giudice, il pool di esperti, tra cui il medico legale Pietro Tarzia, spiega che la dirigenza della struttura non fu responsabile dell’ingresso “precoce” del virus.

Allo stesso tempo, però, si evidenziano i ritardi nel “fornire i necessari Dpi”, anche per la “presa di posizione” dei vertici dell’istituto, almeno fino alla “prima decade di aprile” 2020, di “impedire-disincentivare-limitare l’utilizzo” di mascherine per non creare “allarmismo”.

Poi, un “carente” addestramento del personale” e un “incompleto-intempestivo isolamento dei casi sospetti”.
Carenze che, per i periti, hanno “potuto incidere sulla propagazione del virus” nei reparti. Davanti alla gip Marta Pollicino, oggi e in un’altra udienza sarà illustrata la perizia e gli esperti potranno rispondere alle domande dei consulenti delle parti, tra cui l’associazione Felicita, che rappresenta i familiari degli anziani, coi legali Luigi Santangelo e Luca Santa Maria.
    Tra gennaio e dicembre 2020 ci furono “485” morti e per il “20,41%” la causa dei decessi è da attribuire alle “complicanze dell’infezione da Covid”. Nei prossimi mesi la Procura dovrà decidere se chiedere ancora l’archiviazione ravvisando, come fatto in passato, l’assenza di “nesso causale” tra morti e condotte dei vertici nella rsa.